martedì 28 maggio 2013

Itinerario pomposiano: sulle tracce di san Guido da Pomposa a Borgo San Donnino (Fidenza) [parte seconda: 2 di 2]

Il confronto con Daniele Rossi ed i suggerimenti delle persone che hanno partecipato alla serata di presentazione del progetto di rievocazione del viaggio di San Guido da Pomposa, sono stati per me molto utili.
Sono così giunto a formulare nuove considerazioni che hanno portato a studiare le modifiche al percorso documentate qui sotto con mappe e video.

Nell’alto Medioevo, convogli e singoli viaggiatori seguivano preferibilmente le poche vie di comunicazione ritenute sufficientemente praticabili e sicure. Trovarsi insieme a camminare, a dorso di mulo, oppure transitare a cavallo o con un carro… era già di per sè elemento di sicurezza.
Dunque i tracciati più frequentati erano certamente più affidabili dei percorsi, forse più brevi, ma isolati e soggetti alle sorprese di ladri e briganti.
Le direttrici di comunicazione continuarono a rimanere, per secoli, le antiche strade romane.
Vie decadute, non più adeguatamente mantenute nello stato di migliore percorrenza… ma pur sempre le sole alternative realisticamente a disposizione.

Si può ragionevolmente ipotizzare che San Guido abbia seguito, per un bel tratto, proprio la via più comoda e sicura, quella comunemente praticata per i trasporti e gli spostamenti di persone e merci che si spostavano attraversando la bassa pianura padana: la via Emilia.

L’abate Guido, ormai avanti negli anni, partì nella primavera del 1046 dall’abbazia di Pomposa, in compagnia di due confratelli, per raggiungere Pavia, dove si sarebbe dovuto tenere un sinodo. La sua autorevole presenza era stata richiesta dal re Enrico III. Verosimilmente seguì la sponda del Po di Volano, facendosi ospitare lungo il percorso dall’amico Bonifacio di Canossa e raggiungendo Ferrara. Quasi certamente raggiunse l’importante abbazia di Nonantola, attraversando successivamente Modena, Reggio Emilia e Parma, fino a Borgo San Donnino (ora Fidenza). Qui morì, il 31 marzo 106, colto da febbre violenta.

A parte le considerazioni di opportunità appena proposte, mi sono convinto che un personaggio così noto e stimato per la sua cultura, non potesse che essere letteralmente conteso dagli esponenti di prestigio delle istituzioni civili e religiose che si trovavano sul suo percorso.
A quel tempo non esistevano media di trasmissione della cultura che consentissero un accesso diffuso. I libri erano costosissimi prodotti destinati ad una élite ristrettissima, per essere letti ad alta voce, in forma collettiva, presso le istituzioni religiose o presso le corti della più alta nobiltà.
Il luogo elettivo della comunicazione collettiva rimase per secoli la chiesa.
Nelle chiese più importanti delle città venivano chiamati predicatori famosi e apprezzati per le capacità oratorie di convinzione ed esortazione. Ritengo che, in sostituzione di cinema e televisione, andare in cattedrale ad ascoltare le omelie di insigni monaci e sacerdoti, fosse una speciale occasione di formazione ed informazione accessibile al popolo, alla borghesia ed anche alla piccola nobiltà. San Guido non poté, con tutta probabilità, sottrarsi a questa sorta di obbligo istituzionale.
Testimonianza ne sia che per tutto il medioevo si verificò una successione di chiamate per acclamazione, agli onori degli altari, di religiosi, e in particolare di monaci morti come si suol dire “in odore di santità”. Questo perché tutto il popolo di un determinato territorio, ne conosceva direttamente le virtù e li aveva ascoltati e visti, aveva pregato insieme a loro, ne aveva ascoltato le appassionate omelie dal pulpito.

Questa riflessione mi ha condotto a ritenere che gli spostamenti di figure religiose eminenti siano di regola avvenuti per la via che dava modo di attraversare i centri urbani più importanti e non quella geograficamente più breve o comoda.
Ciò si verifico molto probabilmente anche per le traslazioni delle reliquie di santi. Il re o l’imperatore che le imponeva, credo che ponesse la massima cura nel valorizzare i passaggi di questi sacri convogli. Il possesso e la custodia di famose reliquie fu a lungo utilizzato dai governanti per testimoniare la propria potenza, autorità e sottolinearne l’implicita forma di riconoscimento divino.

Credo ora di comprendere perché gli indizi relativi all’itinerario della traslazione del corpo di Santa Giulia dell'anno 763, voluta dal re longobardo Desiderio e da sua moglie Ansa, conducano a ipotizzare un percorso piuttosto allungato e sostanzialmente “antieconomico”.
L’obiettivo non era certo condizionato dall’idea moderna di viaggio, ma si trattava piuttosto di ottenere risultati sociali e politici concreti. A Desiderio, che aveva appena assunto il titolo di re dei Longobardi, apparve forse fondamentale sfruttare l’occasione come segno di unione dei ducati e delle città longobarde, almeno di quelle che potevano essere ragionevolmente attraversate dalla prestigiosa traslazione. Questa valutazione mi ha convinto a modificare il tracciato del “Cammino di Santa Giulia”, che coincide ora con quello di San Guido nel tratto Modena-Fidenza per proseguire poi verso Cremona, Pontevico, Manerbio ed infine Brescia.

Gli itinerari di rievocazione dei percorsi medievali non possono però seguire le dorsali stradali contemporanee che ricalcano le strade realizzate sotto l’impero romano antico. Queste vie sono state sostituite e ricoperte da una viabilità ora intensamente impegnata dal traffico a motore.
Tutti gli appassionati di trekking, cicloturismo e “Cammini” si oppongono unanimemente e sistematicamente ad ogni soluzione di percorso che comporti tratti di grande viabilità.
Non posso che dar loro ragione. Non ha senso pedalare o camminare rischiando ogni momento di essere travolti da un TIR.
Pertanto il tracciato proposto segue strade secondarie, ciclabili e persino sterrate di campagna, anche se poi entra nei centri storici delle città, anche perché è lì che si trovano le necessarie soluzioni di appoggio ed accoglienza, come gli ostelli della gioventù.
Il percorso è ora definito in modo unitario, senza prestabilire tappe vincolanti. Questo per consentire di modulare la lunghezza dei segmenti sulla base delle necessità individuali.

Ecco, qui sotto, le informazioni cartografiche, i link per accedere alle mappe, ai tracciati gpx per navigatore (trekking e bici) ed alcuni contributi video.


GPSies - Pomposa-Fidenza. Itinerario di San Guido Abate Itinerario pomposiano:
sulle tracce di san Guido da Pomposa a Borgo San Donnino (Fidenza)
[cartografia e schermo intero + dati gpx da trasferire al navigatore trekking e ciclismo]







Itinerario pomposiano: sulle tracce di san Guido da Pomposa a Borgo San Donnino (Fidenza)
[parte prima: 1 di 2]

Itinerario pomposiano: sulle tracce di san Guido da Pomposa a Borgo San Donnino (Fidenza) [parte prima: 1 di 2]

L’amico Daniele Rossi è stato per decenni il responsabile della biblioteca di Codigoro, comune che include la storica area dell’antica abbazia benedettina di Pomposa. Daniele è un appassionato studioso del territorio ed animatore di innumerevoli iniziative culturali ed artistiche, tra cui la rievocazione storica in costume del soggiorno a Pomposa di Ottone III, principe ereditario di Sassonia e successore di Carlo Magno. In seguito a questa visita, effettuata nell’anno 1001, si ebbe la promulgazione di un diploma imperiale in cui l’abbazia veniva proclamata "Monasterium in Italia princeps" e resa indipendente da ogni altra autorità che non fosse l’imperatore stesso del Sacro Romano Impero.
Daniele Rossi, nell’estate del 2012, mi contagiò con il suo desiderio di riproporre gli storici tracciati ed i “Cammini” che videro Pomposa come nodo di incontri e luogo di sviluppo e scambio di idee, studi e saperi.
Torre campanaria dell'abbazia di Pomposa
Nel corso dell’alto medioevo, Pomposa illuminò di cultura religiosa ed artistica l’Italia; meta ammirata di vescovi, cardinali, papi, duchi, re e imperatori; fucina  di santi, musici, letterati, poeti e pittori. L’abbazia fu a lungo nodo di percorsi di cultura e di fede, nella insostituibile rete di relazioni e scambi sviluppata dai Benedettini attraverso l’Europa intera. Posta lungo l’antica via Popilia, e ben collegata con le antiche vie Romea e Annia; favorita nelle comunicazioni dalla posizione sul Po di Volano; vicina a porti che ospitarono flotte che determinarono per secoli la storia dell’intero Mediterraneo orientale.

L’abbazia di Pomposa si giovò della sua separazione dalle aree urbane sottoposte alla violenza delle guerre e delle occupazioni e della contemporanea privilegiata posizione di transito, su un territorio che non attirava la cupidigia delle rapine perché privo di ricchezze, se non quelle prodotte dalla fede e dallo studio.

L’idea di Daniele era quella di rievocare, reinventandone i tracciati, i viaggi di San Guido Abate, noto anche come Guido degli Strambiati, da Pomposa verso Pavia (anno 1046) e di Guido, monaco e musico, da Pomposa ad Arezzo (1015 ca).
Mi misi dunque al lavoro su una prima ipotesi, considerando il concetto di cammino, a piedi o in bicicletta, come pellegrinaggio e senso stesso della vita in quanto percorso: metodo di comprensione, strumento culturale ed antichissimo mezzo di comunicazione e conoscenza. In sostanza il senso di questo progetto è comune all’esperienza che già avevo maturato sviluppando il “Cammino di Santa Giulia” e ne condivide i valori di fondo.
Avvalendomi delle opportunità offerte dalla rete, dalla cartografia satellitare e dalle strumentazioni di navigazione specificatamente progettate per il trekking ed il cicloturismo, giunsi così ad elaborare una prima bozza di tracciato, provato poi concretamente su strada per lunghi tratti insieme all’amico Elio Lorenzi. Elio mi accompagna da anni nei sopralluoghi da cui nascono i percorsi di cicloturismo che condivido su www.gipsies.com

In questo modo e con queste premesse, arrivò l’invito a partecipare, con una conferenza su questa ipotesi di un primo “itinerario pomposiano”, da proporre nel quadro dei festeggiamenti per il “950° della Fondazione della Torre Campanaria e Prima edizione della Primavera Pomposiana” (25 aprile, 5 maggio 2013).

Don Stefano Gigli, parroco e responsabile dell’abbazia ed i volontari che animano l’accoglienza e l’azione di impegno sociale e religioso dell’antico monastero benedettino mi coinvolsero con affettuosa amicizia.

Fu così che venerdì 29 aprile, nella prestigiosa sala delle Stilate, inserita nel complesso storico degli edifici dell’abbazia di pomposa, si svolse la conferenza per presentare la prima ipotesi del tracciato “Pomposa-Fidenza: sulle tracce di San Guido”.

L’incontro fu introdotto da una prolusione storica di Danele Rossi su:
“PERCORSI DEVOZIONALI POMPOSIANI: I VIAGGI DI SAN GUIDO ABATE DI POMPOSA E DI GUIDO, MONACO E MUSICO POMPOSIANO” [clicca qui per scaricare il documento]
La conferenza si sviluppò considerando…

* Le abbazie come centri di cultura e “ombelico del mondo medievale”: l’abbazia di Pomposa.
* Cenni sui viaggi nel medioevo: similitudini ed antagonismi tra l’antichità ed oggi.
* Muoversi per conoscere, ascoltare, raccontare: percorsi di educazione e crescita come occasione di pellegrinaggio e consapevolezza: un’esaltante esperienza di viaggio.
* Le ipotesi di “Itinerari Pomposiani” come opportunità educative, culturali e turistiche aperte.


I percorsi medievali e particolarmente quelli di pellegrinaggio si appoggiarono ai monasteri ed agli ospizi che i poteri feudali sostenevano come segno del proprio prestigio.

Le vie seguite dai viandanti nel Medioevo risultano ormai quasi totalmente ricoperte ed inglobate dall'attuale sistema viario. Il tracciato preciso delle antiche strade è ormai scomparso perché irrimediabilmente alterato dalle profonde modificazioni che il territorio ha subito nel corso dei secoli. Tuttavia oggi è ancora possibile raggiungere le località ed attraversare i luoghi che videro transitare i pellegrini del passato. I percorsi vanno riscoperti, sulla base delle necessarie considerazioni storiche, studiando soluzioni di percorrenza che si integrino con un tracciato percorribile in modo sicuro dal moderno viandante o dall’appassionato di cicloturismo.
L’ipotesi di realizzare uno o più "Itinerari Pomposiani", eventualmente integrandoli come diramazioni della Via Francigena, è una sfida che può rivelare positive sorprese.

* Presentazione delle modalità e degli strumenti di progettazione di un percorso.

L’itinerario proposto costituisce un’ipotesi di studio e fattibilità per rievocare il viaggio di Guido abate da Pomposa a Borgo San Donnino (ora Fidenza); si snoda attraverso la campagna dimenticata dai grandi percorsi: un modo per riscoprire il paesaggio e la natura di territori ricchi di arte e di storia.
  
Continua nel successivo articolo con mappe, tracciato gpx per navigatore (trekking e cicloturismo)
Clip video e simulazione di volo sul percorso.

    Fonti di approfondimento sul web:
    
Guido di Pomposa, noto anche come Guido degli Strambiati
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_di_Pomposa


Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Pomposiano
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Monaco



Itinerario pomposiano: sulle tracce di san Guido da Pomposa a Borgo San Donnino (Fidenza)
[parte seconda: 2 di 2]


giovedì 9 agosto 2012

Per una borraccia sana

Va bene l’amore per la natura e l’ambiente, però….
Una piccola ma importante attenzione spesso trascurata.
Mi resi conto dell’importanza fondamentale di questo dettaglio, quando mi venne l’idea di controllare l’interno della mia borraccia dopo un breve periodo di inattività ciclistica.
La borraccia ospitava un fiorente giardino di muffe!
Non basta sciacquare ogni tanto alle fontanelle, durante i rifornimenti.
Se la borraccia giace inutilizzata anche per un periodo limitato, si sviluppano facilmente batteri, muffe e, oserei dire, ALGHE! Questi ospiti antipatici aderiscono alle pareti e non si eliminano semplicemente risciacquando in acqua fredda.
L’ispezione visiva spesso è insufficiente: meglio procedere con la “prova naso”.
Se la borraccia non “sa di fresco” non è un bel segno!  ;-)
Il rimedio è economico e semplice. Alla sera sarà sufficiente riempire il recipiente con acqua calda in cui va sciolto un cucchiaio (25 gr.) di comune bicarbonato. Tappare e procedere ad un vigoroso scuotimento.
Si lascia riposare per tutta la notte ed al mattino si risciacqua con forza.
Il procedimento è ideale anche per eliminare il retrogusto plasticoso delle borracce nuove.

mercoledì 8 febbraio 2012

Salviamo i ciclisti - Non voglio morire, non voglio uccidere.

Gentili direttori del Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, il Sole 24 Ore, Tuttosport, La Nazione, Il Mattino, Il Gazzettino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale, Il Secolo XIX, Il Fatto quotidiano, Il Tirreno, Il giornale di Sicilia, Libero, La Sicilia, Avvenire.
La scorsa settimana il Times di Londra ha lanciato una campagna a sostegno delle sicurezza dei ciclisti che sta riscuotendo un notevole successo (oltre 20.000 adesioni in soli 5 giorni).
In Gran Bretagna hanno deciso di correre ai ripari e di chiedere un impegno alla politica per far fronte agli oltre 1.275 ciclisti uccisi sulle strade britanniche negli ultimi 10 anni. In 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito.
Questa è una cifra vergognosa per un paese che più di ogni altro ha storicamente dato allo sviluppo della bicicletta e del ciclismo ed è per questo motivo che chiediamo che anche in Italia vengano adottati gli 8 punti del manifesto del Times:
  1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
  2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
  3. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
  4. Il 2% del budget dell’ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
  5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
  6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
  7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
  8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.

Cari direttori, il manifesto del Times è stato dettato dal buon senso e da una forte dose di senso civico. È proprio perché queste tematiche non hanno colore politico che chiediamo un contributo da tutti voi affinché anche in Italia il senso civico e il buon senso prendano finalmente il sopravvento.
Vi chiediamo di essere promotori di quel cambiamento di cui il paese ha bisogno e di aiutarci a salvare molte vite umane.
Chiunque volesse contribuire al buon esito di questa campagna può condividere questa lettera attraverso Facebook, attraverso il proprio blog o sito, attraverso Twitter utilizzando l’hashtag #salvaiciclisti e, ovviamente, inviandola via mail ai principali quotidiani italiani.
Scarica qui la lista degli indirizzi mail.
Tutti gli aderenti all’iniziativa saranno visibili sulla pagina Facebook: salviamo i ciclisti

Hanno aderito all’iniziativa:     
  1. piciclisti 
  2. amicoinviaggio.it
  3.  34x26.wordpress.com 
  4. rotalibra.wordpress.com 
  5. frrfrc.blogspot.com
  6. wildpigs.it
  7. riky76omnium.wordpress.com
  8. bicizen.it 
  9. urbancycling.it 
  10. lastazionedellebiciclette.com
  11. rotafixa.it 
  12. americancyclo.wordpress.com
  13. biciclettedecadence.blogspot.com
  14. mtb-forum.it
  15.  bdc-forum.it 
  16.  lifeintravel.it
  17. milanonmybike.blogspot.com
  18. ditrafficosimuore.org
  19.  raggidistoria.com
  20.  ediciclo.it
  21.  pedalopolis.org
  22. ciclomobilisti.it
  23. Forum Indipendente Biciclette Elettriche, Pieghevoli e Utility
  24. casbahcicloclub.com
  25. ilikebike.org
  26. bikeride.it
  27. bicisnob.worldpress.com
  28. bicicebasta.com 
  29. muoviequilibri.blogspot.com
  30. festinalente.ztl.eu
  31. rotazioni
  32. pisteciclabili.com 
  33. ciclistilombardianonimi.blogspot.com
  34. ciclospazio.it
  35. areabici.blogspot.com
  36. ciclonauti.org
  37. Mammifero Bipede
  38. bikescapes.wordpress.com
  39. figlineinbici.blogspot.com
  40. Anconasocialclub.blogspot.com
  41. La LibEreria nella Bottega del Romeo
  42. giroinbici.blogspot.com

lunedì 3 ottobre 2011

Palazzo Cigola Martinoni - Museo Raìs (Radici), Cigole

Il Palazzo Cigola Martinoni, recentemente restituito all'antico splendore, sorge a Cigole, nella Bassa Bresciana.
L'edificio è sede del Comune di Cigole e del Museo Raìs (Radici), Centro per la valorizzazione della cultura rurale e del gioco tradizionale.
Rappresenta una stupenda meta per un viaggio in bicicletta, adatto anche a chi non è particolarmente allenato: sono poco più di 30 Km da Brescia, prevalentemente su strade di campagna. I segmenti sulla strada provinciale sono pochi ed abbastanza brevi. Alcuni tratti del percorso sono su strade di campagna sterrate e quindi inadatte ai copertoni delle biciclette da corsa.

Il museo ha una sua pagina web con informazioni approfondite: http://www.raiscultura.it/
A Cigole si produce la rarissima farina monococco, ricavata da un tipo di frumento fondamentale per la nascita dell’agricoltura in Europa ed ora quasi scomparso.
Questo cereale era oltivato 23 mila anni fa sulle rive meridionali del lago di Tiberiade in Galilea e da lì si diffuse in tutta l’area mediterranea.
A Cigole la farina monococco può essere acquistata presso un punto di rivendita interno al palazzo.
Le sale del museo sono dedicate alla cultura rurale, senza il solito ammasso indistinto di oggetti di lavoro che si osservano in alcune raccolte di materiali contadini.
L'esigenza di tante collezioni nate in questi anni è stata primariamente quella di salvare dalla distruzione materiali che andavano scomparendo. Tuttavia diverse raccolte, a causa di problemi di tempo, competenza e finanziamenti, sono ancora in fase di maturazione e sviluppo. La proposta culturale di Cigole è invece matura e l'esposizione segue criteri espositivi didatticamente avanzati. Nelle sale ci sono strumentazioni interattive multimediali con touchscreen e videoproiettori. Le numerose sale dedicate agli antichi giochi tradizionali offrono ai visitatori l'opportunità di giocare effettivamente con moderne riproduzioni ottimamente realizzate. Per i bambini si tratta di vivere un'esperienza personale di gioiosa sperimentazione diretta. Spiegazioni ed esempi interattivi sono condotti con supporto multimediale.
Il museo Raìs dispone di una cucina e di personale che, avvisato per tempo, offre un'ottima ristorazione a gruppi di visitatori. L'opportunità è assolutamente ideale per gite di una ventina di persone.
Il Palazzo Cigola Martinoni dispone di un parco ben tenuto in cui possono giocare i bambini o dove ci si può sedere a prendere il fresco e chiacchierare nelle belle giornate.
Qui di seguito qualche appunto fotografico che intende dare un'idea dell'ambiente.
Il percorso gps per navigatore da usare per le gite in bicicletta puù essere liberamente scaricato in diversi formati.

giovedì 29 settembre 2011

Paciclica 2011 da Brescia alla Marcia della Pace Perugia Assisi

Paciclica 2011 è destinata a restare nella memoria di tutte le persone che hanno partecipato a questa avventura di solidarietà e testimonianza, uno splendido ricordo di gioia e condivisione. Centinaia di chilometri percorsi in bici per essere presenti alla Marcia della Pace Perugia-Assisi e affermare il nostro impegno. I clip video qui sotto raccontano alcuni momenti di questa splendida avventura di emozioni, sudore e gioia condivisa.

Paciclica 2011 da Brescia, 22 settembre: ritrovo in piazzale Iveco e poi tutti insieme verso piazza Loggia

Paciclica 2011 da Brescia, 22 settembre. In piazza Loggia con i runner ed i ciclisti di "Per...corri la pace!" di Acli, Azione Cattolica, Agesci, Pax Christi e Consulta della Pace del Comune di Brescia. I Paciclici incontrano Manlio Milani, Presidente Associazione dei caduti di Piazza della Loggia e depongono un fiore davanti alla stele delle vittime della strage. Si parte tutti insieme: la meta finale è la Marcia della Pace Perugia-Assisi.

Paciclica 2011 da Brescia, 22 settembre. Incontro con le bambine ed i bambini della scuola elementare di Borgosatollo che accompagnano simbolicamente i Paciclici nella loro pedalata di impegno per la pace e l’ambiente. Gli allievi della scuola hanno proposto un momento di educazione alla pace e sviluppo sostenibile, leggendo riflessioni degne di donne e uomini adulti e responsabili.

Paciclica da Brescia, 22 settembre. Arrivo a Mantova e sosta tecnica, cioè megamangiata a base di alimenti sostanziosi, gustosi ed energetici. Panini, salumi, grana e formaggi vari, verdure, uva e banane… Si bere a volontà e ce n’è per tutti i gusti: acqua, vino, succhi di frutta. Il supporto tecnico di Paciclica Brescia è un gruppo di donne e uomini generosi e umanamente splendidi: sono loro che hanno provveduto al carburante alimentare ma anche a quello emotivo, dispensando allegria ed incoraggiamento. Si riparte poi verso Ferrara.

Paciclica da Brescia, 23 e 24 settembre. Da Ferrara verso gli Appennini. Lungo tratto in pianura per giungere all’impegnativa salita del passo del Carnaio. Il furgone di Felice fornisce un decisivo supporto morale, spingendo letteralmente i più affaticati al ritmo della band Creedence Clearwater. Una breve discesa e siamo a Bagno di Romagna. Il successivo mattino siamo ancora in sella alle biciclette per affrontare salite e discese attraverso i monti ed entriamo finalmente in Umbria.

Paciclica da Brescia, 23 e 24 settembre. Arrivo a Pieve Santo Stefano, i Paciclici sono ricevuti dal sindaco e dalle persone che animano l’Archivio Diaristico. Si prosegue poi fino a Ponte San Giovanni, alle porte di Perugia. Qui si riuniscono i Paciclici provenienti da tutta Italia, con rappresentanze provenienti da Verbania, Chiaravalle, Livorno, Bergamo, Brindisi, Roma… Tutti pronti per la Marcia della Pace Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

Paciclica 2011, 24 settembre. Arrivo dei Paciclici al Meeting «1000 giovani per la pace» di Bastia Umbra, alla vigilia della Marcia della Pace Perugia - Assisi del 25 settembre 2011. Le donne e gli uomini di Paciclica salgono sul palco per testimoniare la comune volontà di pace e sostenibilità ambientale. Un messaggio portato pedalando per centinaia di chilometri attraverso tutta Italia. Momenti di commozione per le amiche e gli amici che si ritrovano insieme a festeggiare un'avventura vissuta sotto la bandiera arcobaleno e della FIAB. Nonviolenza e Ambiente per una pedalata di impegno civile proveniente da tutta Italia.

I ciclisti di Paciclica 2011, Federazione Amici della BICI, FIAB, alla Marcia della Pace Perugia-Assisi. Paciclica 2011 si conclude con il corteo a piedi che unisce la laica città di Perugia con uno dei luoghi più significativi della storia della cristianità. Tutti uniti nell'impegno per la Pace senza distinzione di sesso, razza, lingua, identità politica, provenienza geografica. Tutti insieme, giovani e "diversamente giovani": un corteo a piedi che si snoda per 25 chilometri di pace, gioia, emozione e solidarietà.

sabato 3 settembre 2011

Il mostro di Montisola

Ecomostro sull'incantevole isola del lago d'Iseo. L'amministrazione di Montisola, per vocazione luogo libero da inquinamento di motori a combustione, ha scelto di spendere un milione di euro per realizzare un ecomostro destinato a megagarage. Un’isola che potrebbe essere famosa nel mondo per una pista ciclopedonale che ne permette l’intero periplo in soli otto chilometri, ha scelto la deturpante mole di travi di ferro per dequalificarsi turisticamente. Un po’ come se a Venezia si permettesse il traffico dei motorini sul ponte di Rialto. Credo che tutti avrebbero da guadagnare, non solo in salute e qualità ambientale, ma anche in tanti bei soldi di resa turistica, se Montisola ammettesse esclusivamente trasporti di servizio pubblico elettrici: tutti gli altri a piedi o in bici. Per fare pochi chilometri si potrebbero usare, una volta tanto, testa, cuore e piedi, invece che puzzolenti e rumorosi idrocarburi.